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L'INVISIBILE

In L’invisibile, un angolo del centro storico di Brescia si trasforma in un paesaggio interiore, dove architetture reali si intrecciano a presenze sottili e invisibili. Rami essenziali e calligrafici evocano energie, pensieri e memorie che abitano lo spazio urbano, rendendolo vivo anche oltre ciò che l’occhio percepisce.


Date

Gennaio 2023

Luoghi

Brescia


DESCRIZIONE

In L’invisibile, uno scorcio del centro storico di Brescia si trasforma in un paesaggio interiore, dove la città si fa soglia tra ciò che appare e ciò che non si vede. Le architetture, raffigurate con segno preciso ma delicato, diventano lo sfondo di una presenza più sottile: una rete di energie invisibili che si insinuano tra i muri e le strade, manifestandosi sotto forma di rami spogli, essenziali, quasi calligrafici.

Queste linee – che non sono alberi, ma presenze – rappresentano forze che sfuggono alla vista ma che agiscono sul nostro vissuto quotidiano. Sono pensieri, emozioni, legami, memorie collettive: una dimensione parallela e silenziosa che accompagna ogni luogo e ogni essere umano.

Attraverso una palette calda e monocromatica, L’invisibile evoca la fragilità del ricordo e l’intimità dell’intuizione. È un’opera che invita lo spettatore a rallentare lo sguardo e ad ascoltare ciò che si muove oltre la superficie, dove tutto sembra immobile ma nulla è davvero fermo.

DETTAGLI

TITOLO DELL’OPERA: Invisibile (Invisible)

AUTORE:                     Maria La Rosa

TIPO DI SUPPORTO:     Carta (Paper)

DIMENSIONE:             29,7 x 21,0 cm (11,7x 8,3 in)

TECNICA:                    Tecnica mista su carta

ANNO:                        2024

REALIZZAZIONE in:      Italia, Brescia

L'Invisibile. Tecnica mista su carta.

LA PAROLA ALL’ARTISTA

Con L’invisibile ho voluto restituire un’immagine della città che non si ferma alla sua forma esteriore, ma che prova a svelarne il lato più impalpabile, emotivo. Brescia, nella sua concretezza architettonica, diventa lo spazio dove affiorano presenze silenziose, legami invisibili che tutti noi percepiamo, anche se non sappiamo nominarli. I rami sottili che attraversano l’opera non rappresentano la natura, ma piuttosto un flusso vitale, fatto di ricordi, intuizioni, storie condivise. È un lavoro nato dal desiderio di rallentare, di osservare più in profondità, e di creare un ponte tra il visibile e ciò che ci abita dentro, spesso senza che ce ne accorgiamo.

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