CARNEVALE DI VENEZIA
Carnevale di Venezia offre una visione introspettiva dell’evento, lontana dalla rappresentazione festosa e caotica. La figura mascherata emerge da una materia densa e stratificata, simbolo del presente complesso e frammentato. La maschera, silenziosa e immobile, incarna una presenza invisibile e consapevole, che resiste al bisogno di apparire. Gli alberi spogli diventano segni di fragilità e confine. L’opera trasforma l’immaginario collettivo in uno spazio sospeso tra visibile e invisibile, dove il silenzio ha un potere profondo.
Date
Gennaio 2023
Luoghi
Brescia
DESCRIZIONE
In Carnevale di Venezia, scavando oltre la superficie dell’evento iconico per restituirne una visione più interiore e sospesa. La figura mascherata emerge da una materia visiva densa, attraversata da stratificazioni di blu e rosso, in cui si mescolano frammenti testuali e texture indistinte. Il risultato è un’immagine carica di tensione visiva, quasi un’eco del caos che abita il nostro presente.
Eppure, al centro di questa dinamica, si staglia la maschera: immobile, silenziosa, assente. Il suo sguardo vuoto non restituisce alcuna emozione, ma proprio per questo resiste, sottraendosi all’eccesso, al frastuono, all’urgenza di mostrarsi. È il volto dell’invisibilità consapevole, della presenza che non chiede attenzione, ma osserva.
A incorniciare la scena, alberi spogli come segni grafici della fragilità, elementi naturali che diventano struttura e confine. La maschera non è più solo simbolo di finzione o festa. Con Carnevale di Venezia, l’artista trasforma un immaginario collettivo in uno spazio sospeso tra visibile e invisibile, in cui la vera forza si cela nel silenzio di ciò che non chiede di essere visto.
DETTAGLI
TITOLO DELL’OPERA: Carnevale di Venezia
AUTORE: Maria La Rosa
TIPO DI SUPPORTO: Carta (Paper)
DIMENSIONE: 21,0 x 29,7 cm (8,3 x 11,7 in)
TECNICA: Tecnica mista su carta
ANNO: 2024
REALIZZAZIONE in: Italia, Brescia

LA PAROLA ALL’ARTISTA
In Carnevale di Venezia ho voluto andare oltre la superficie scintillante dell’evento per esplorarne il lato più intimo e sospeso. La maschera al centro della scena non è ornamento, ma simbolo di una presenza silenziosa, consapevole, che osserva senza esporsi. Attraverso strati di colore e frammenti visivi ho cercato di creare un’immagine che restituisse la tensione del nostro tempo, ma anche la forza che può nascere dal non dover dire, dal non dover apparire. Gli alberi spogli incorniciano la scena come segni grafici della fragilità, ma anche della resistenza. Quest’opera è un’indagine sull’invisibile, sul potere quieto di chi sceglie di esserci senza rumore.