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L'INCANTO

L’incanto è una rievocazione poetica del Duomo Vecchio di Brescia, sospesa tra realtà e memoria. I colori tenui e la luce autunnale creano un’atmosfera sognante, dove la piazza si popola di profumi immaginati e silenzi carichi di emozione. Le architetture emergono come ricordi, più sentiti che visti. Il cielo diventa presenza viva, mentre il Duomo appare come testimone del tempo. Un invito a ritrovare ciò che il tempo ha trasformato, ma non cancellato.


Date

Giugno 2024

Luoghi

Brescia


DESCRIZIONE

In quest’opera, siamo guidati in una rievocazione immaginifica del Duomo Vecchio di Brescia, sospesa tra il presente e un passato evocato con delicatezza sensoriale. La scena non descrive fedelmente una realtà visiva, ma la suggestione di un giorno d’autunno passato.

Il colore domina la composizione: rosa polverosi, gialli dorati e violacei diffusi si fondono in una luce morbida, quasi sognante. Il cielo non è solo sfondo ma presenza emotiva, impregnata di profumi immaginati — foglie secche, pietra antica, umidità dell’aria — e di emozioni silenziose. Le architetture, delineate con tratti essenziali, sembrano emergere dalla memoria più che dalla materia.

L’opera non parla di ciò che è, ma di ciò che è stato, o avrebbe potuto essere: una piazza quieta, il calore della luce obliqua d’autunno, il silenzio interrotto solo dal fruscio del vento. In questo spazio rarefatto, il Duomo appare non come monumento, ma come testimone del tempo, portatore di storie invisibili, di vite passate, di sensazioni dimenticate.

L’incanto è il gesto di chi guarda non solo con gli occhi, ma con il desiderio profondo di ritrovare ciò che il tempo ha trasformato, ma non cancellato.

DETTAGLI

TITOLO DELL’OPERA:  L’Incanto

AUTORE:                     Maria La Rosa

TIPO DI SUPPORTO:   Carta (Paper)

DIMENSIONE:             29,7 x 21,0 cm (11,7x 8,3 in)

TECNICA:                    Tecnica mista su carta

ANNO:                        2024

REALIZZAZIONE in:      Italia, Brescia

LA PAROLA ALL’ARTISTA

In quest’opera rievoco il Duomo Vecchio di Brescia come un ricordo sospeso, più sentito che visto. La scena, immersa in tonalità autunnali e luce morbida, non descrive ma suggerisce. Il cielo diventa presenza emotiva, impregnato di profumi e silenzi immaginati. Le architetture emergono dalla memoria, più che dalla realtà. È un invito a guardare con nostalgia ciò che il tempo ha sfiorato, ma non cancellato.

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