BAROCCO ETERNO - RAGUSA IBLA
Barocco Eterno – Ragusa Ibla ritrae una città sospesa tra apparenza e disincanto, dove la solidità barocca si rivela fragile illusione. La Cattedrale emerge in un gioco di pieni e vuoti, luce e ombra, destabilizzando lo sguardo. L’opera suggerisce che l’eternità non è fissità, ma trasformazione continua della memoria e della percezione.
Date
Febbraio 2024
Luoghi
Brescia
DESCRIZIONE
In Barocco Eterno – Ragusa Ibla, l’artista compone un ritratto della città che va oltre la semplice veduta architettonica: ciò che appare nitido, saldo, eterno… forse non lo è affatto.
La Cattedrale di San Giorgio, maestosa protagonista della scena, emerge da un intreccio di colore, segno e vuoti intenzionali. L’equilibrio tra pennellate dense e grafiche sottili genera un senso di stabilità solo apparente, mentre l’ocra vivido e le ombre nere gettano lo spettatore in un gioco di percezioni alterate.
I tavolini, le sedie abbandonate, i rami spogli che sfiorano il cielo: ogni elemento suggerisce una sospensione, una realtà che potrebbe svanire al primo sguardo distratto. L’opera sussurra che il tempo barocco non è solo gloria del passato, ma illusione persistente. Un teatro architettonico che continua a recitare, anche quando il pubblico non c’è più.
Il titolo Barocco Eterno si carica così di ambiguità: eterno non perché immutabile, ma perché ritorna ogni volta diverso, specchio di ciò che vogliamo vedere o temiamo di non vedere più.
DETTAGLI
TITOLO DELL’OPERA: Barocco Eterno – Ragusa Ibla (Eternal Baroque – Ragusa Ibla)
AUTORE: Maria La Rosa
TIPO DI SUPPORTO: Carta (Paper)
DIMENSIONE: 21,0 x 29,7 cm (8,3 x 11,7 in)
TECNICA: Tecnica mista su carta
ANNO: 2024
REALIZZAZIONE in: Italia, Brescia

LA PAROLA ALL’ARTISTA
In Barocco Eterno – Ragusa Ibla ho voluto indagare l’ambiguità del tempo e della memoria, mettendo in scena una città che si mostra solida e nitida, ma che a ben guardare vacilla. La Cattedrale di San Giorgio è il fulcro visivo, ma attorno a lei tutto si dissolve in un equilibrio precario di colore, segno e vuoto. Ogni elemento — dai tavolini abbandonati ai rami spogli — parla di una realtà sospesa, quasi teatrale, in cui il barocco non è solo passato glorioso, ma maschera mutevole, riflesso di ciò che temiamo di perdere o desideriamo ritrovare.